Il Fondaco dei Tedeschi, storico edificio che sorge a Venezia nei pressi del ponte di Rialto, è stato acquistato dal Gruppo Benetton nel 2008 che ne ha commissionato il progetto di restauro all’architetto Rem Koolhaas.
Secondo i proprietari, la risistemazione dell'edificio sarebbe votata allo sviluppo di un megastore capace di dare nuova vita all’antico spazio commerciale usato per molti anni come sede centrale dalle Poste Italiane.
Due lati della copertura esistente saranno demoliti per lasciare posto a una terrazza con vista sul Canal Grande, mentre il profilo dello stabile rimarrà intatto. Per incoraggiare i turisti a visitare iI Fondaco saranno costruiti due nuovi ingressi, uno affacciato su Campo San Bartolomeo, l'atro su Rialto. La ristrutturazione prevede poi l'installazione di ascensori e scale mobili, unica nota intelligente del progetto data l'età media dei pochi veneziani rimasti in Isola. Saranno consolidate alcune stanze destinate a usi non indicati e quello che dovrebbe essere rinforzato per garantire maggior sicurezza alla struttura finirà in dimenticatoio.
Progettisti e committenti ci rassicurano: cambiamenti e mutilazioni sono giustificati dalla travagliata storia dell'edificio. Costruito dai veneziani nel 1228, fu concesso ai tedeschi e poi trasformato da Napoleone in dogana nel 1806. Completamente ricostruito per ben due volte, la struttura ha subito trasformazioni radicali sin dal 1506. I suoi adattamenti hanno implicato la rimozione delle torri, la copertura in vetro della corte, la ricostruzione di alcune parti, il restauro della facciata e diversi altri interventi. "La conservazione - commentano dallo studio dell’architetto Koolhaas - per questo edificio è piuttosto storia del cambiamento".
Ci vogliono le geniali pensate di questi magnati campagnoli, abilissimi nel creare coloratissime magliette che, infilate per sbaglio in una lavatrice rigurgitante immacolate lenzuola le rendono coloratissimi striscioni da utilizzare nelle manifestazioni di operai che ogni giorno perdono il lavoro.
Italia Nostra ha denunciato che alcuni degli interventi per la risistemazione dell’edificio violano le prescrizioni conservative di legge e sono punibili con sanzioni previste sia dal Codice dei Beni Culturali (art. 170) che dal Codice Penale (art. 635). Per procedere con i lavori, scavalcando le noiose regole e burocrazie comunali, il Gruppo Benetton verserà, come d’accordo con l’attuale sindaco, sei milioni di euro a titolo di beneficio pubblico. Il Gruppo Benetton infrange le leggi ma il Comune chiude un occhio in vista di una bella mancia, accelerando persino il decorso delle pratiche, alla faccia di chi passa le sue giornate in coda agli sportelli di Ca’ Farsetti.
La mania della vista dall’alto invade Venezia: prima le navi mostro coi loro camini puzzolenti e adesso la terrazza panoramica al Fontego.
Per chi volesse vedere Venezia dall’alto e scoprirne i segreti, come il verde di orti e giardini, consiglio di salire in cima a uno dei tanti e bellissimi campanili, come quello dell’Isola di San Giorgio che regalò al De Barbari la prima visuale a volo d’uccello della città. Sono così riconoscente al Professor Settis per il suo preciso e ben documentato articolo “Megastore con vista su Rialto” pubblicato sulla Repubblica di oggi (13 febbraio 2012), così pieno di amore e tristezza per questa povera città di cui noi veneziani siamo gli indegni eredi.
Nessun commento:
Posta un commento