Per il suo ottantottesimo compleanno, dopo otto anni dall’uscita di Sovrimpressioni, sempre nella collana dello “Specchio” di Mondadori, Andrea si è fatto e ci ha fatto un meraviglioso regalo: è il libro di poesie Conglomerati, in un certo senso la continuazione del primo, andando in profondità e facendoci quasi annusare il baratro a cui stiamo andando incontro. Un’opera meravigliosa.
I versi hanno la freschezza delle cascatelle dei nostri ruscelli e l’aspra durezza dei sassi delle Crode a Collalto, che a mala pena riuscivo a far saltare con le polveri degli obici della prima guerra mondiale, sparsi ovunque nei fossi per creare una serie di laghetti protetti da profumate rose canine e salici piangenti. Così l’acqua che a ogni temporale scrosciava di brutto, trascinando via il prezioso humus del bosco, non finiva nel Soligo inquinato, ma nutriva la biava e la medica della pianura. Un vano tentativo di crearmi un’oasi personale?
Dove è finita la gioia e la dolcezza di Galateo in bosco, dove il paesaggio era ancora un paradiso terrestre e la gente umana? Come facciamo a sopravvivere in questo mondo dove tutto è inquinato? …la morale, l’onore, il rispetto per noi stessi, la fiducia nel nostro prossimo sono finiti a Patrasso. Perfino il nostro dialetto, a cui Andrea ha dato dignità di linguaggio, con tanto amore e delicatezza, è morto.
Quanta scienza, conoscenza e preveggenza per questo mondo che ci cambia sotto gli occhi, ci spaventa e ci rende più macchine succubi che esseri pensanti.
I tuoi occhi di lince che ti trapassano come punte di spillo incandescenti esprimono apertamente tutta l’ironia, che nei suoi scritti precedenti era sempre velata di malinconia. La malinconia è diventata disgusto, espresso dal taglio duro e quasi inferocito della bocca per questo mondo marcio che ci circonda.
I versi a volte sono così duri, compatti e laceranti che ti penetrano come coltelli acuminati lacerandoti dentro e a volte così freschi e teneri da consolarti il cuore.Andrea sei un mostro!
“E così il purulento, il cancerese, il cannibalese
s’increspa in onda, sormonta
tutto ciò che con ogni amore e afrore di paese
doveva difenderti, Ligonas, circondato
ormai da funebri viali di future “imprese”,
da grulle gru, sfondamenti di orizzonti
che crollano in sé stessi
intorno a te.”
(Addio a Ligonas)
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